
La storia della Pezzata Rossa Italiana (P.R.I.) è costellata di momenti importanti che ne hanno determinato l’indirizzo selettivo in risposta alle esigenze dei suoi allevatori. Storicamente la “duplice
attitudine latte-carne” ha rappresentato la tipologia d’animale in linea con la vocazione produttiva della sua zona d’origine, il Friuli, ed ha permesso la diffusione della razza in altre zone d’Italia dove spesso le condizioni d’allevamento sono difficili.
Agli albori il bovino Pezzato Rosso era allevato per la triplice attitudine lavoro-carne-latte; stiamo parlando della seconda metà dell’800 quando nel Friuli e nelle aree limitrofe l’attività agricola era il principale impiego lavorativo. Chi non poteva permettersi un cavallo, causa la struttura estremamente frammentata dei poderi, utilizzava per il lavoro nei campi questa razza, in origine denominata “Pezzata Rossa Friulana” (dal 1986, per effetto del D.P.R. n° 1134/86, “Pezzata Rossa Italiana” vista la diffusione in tutta
Italia ), che, per la notevole mole, era soprannominata “bue-cavallo”. Questo animale si distingueva per rusticità, adattabilità e buona attitudine dinamica data da un forte sviluppo scheletrico e da articolazioni robuste. In questo modo gli allevatori disponevano di un potente mezzo da lavoro che garantiva una discreta quantità di latte e un vitello da ingrassare.